Wednesday 1 May 2013

Di spirito critico e intolleranza




L’episodio della sparatoria a Palazzo Chigi ha risvegliato in me un’intolleranza maturata nel tempo, accresciuta con la frequentazione di Facebook. Quella per i “contro” a tutti i costi. 

Si dà il caso che tra i miei amici di facebook sia pieno di “contro”. I “contro” li riconosci dalla corsa alla dietrologia per ogni notizia di attualità. Sono i Grillo e i Travaglio che vivono in mezzo a noi. 

 Erano quelli che appena sentito “Habemus papam” già stavano cercando una foto della prima comunione in cui il giovane Bergoglio si scaccolava. Sono quelli che hanno pronto un fascicolo di accuse di collusione con Berlusconi anche per Topolino, nel caso in cui dovesse avere una nomina, che poi da lì alla raccomandazione di Basettoni a capo della polizia è un attimo.

 Sono sempre loro quelli che cercavano forsennatamente notizie di sparatorie dimenticate dal 1824 ad oggi pur di offuscare la notizia così mainstream che circolava domenica. Chè poi sti mass media faziosi e asserviti al potere danno tutto questo spazio a qualche colpo di pistola davanti al Palazzo del Governo, mentre si formava il suddetto Governo, apprezzato dal paese come Pacciani a Firenze. 

I contro sono anche quelli che sentono il bisogno di chiedere continuamente : “ma chi cazzo è cantante X di talent?”. Questo per rimarcare l’assoluta estraneità al mondo di massa,  senza mancare di inserirci un disprezzo sulla fiducia, esternato nella parolaccia. 

Sempre  da loro provengono le fantomatiche foto dove puoi quasi intravedere il marchio di Photoshop “KONDIVIDETE!!!! IN PAPUASIA C’è L’INVASIONE DELLE CAVALLETTE E  I MEDIA ITALIANI NON DIKONO NIENTE!!!”

Sono quelli che non possono piegarsi a ricordare le ricorrenze come la –bleah-maggioranza, ma non gli salta neanche in mente di non dire la loro. Per rendere l’idea della loro caratura intellettuale, procedono ad una serie di link “contro” predefiniti. Tra i più noti, cito per il punto di vista di sinistra:
-         -  11 settembre: il ricordo del golpe cileno dell’11/09/1973, perché “questo è il mio 11 settembre”
-         -  27  gennaio: Il ricordo dei rom morti durante l’Olocausto, “perché questa è la memoria”

Da destra:
-25 aprile, fioriscono le tesi revisioniste sulla Resistenza. "ecco chi erano i partigiani".
- 27 gennaio: si, va bene l’olocausto, ma ricordiamo le vittime delle foibe.

Ora, spesso si tratta di cose serissime, ma io non riesco a non vederci un narcisismo e un compiacimento di fondo. Che sono i motivi principali che spingono la macchina dei social network, ovviamente, sia che si pubblichi la foto con vista aerea sulle tette che le notizie di lottaantagonista.com.  (“guarda quanto sono bona” “guarda quanto sono informato e alternativo”). Con la differenza che le tette non hanno alcuna velleità di comunicazione della verità assoluta e difficilmente si contraddicono da sole.

Per esempio, se giustamente denunci le migliaia di morti in Siria, ma lo fai solo quando ci sono dei morti a Boston, la classificazione dei morti di serie A e di serie B la stai facendo anche tu. Oppure, se parli di anti-democrazia citando orribili episodi di violenza da parte delle forze del’ordine in occasione di morti-feriti tra le stesse forze dell’ordine, sottintendi un “occhio per occhio”, che, ti svelo, tanto democratico non è. (per non parlare del fatto che ti viene subito in mente la canzone della Tatangelo). 

E ovviamente questo non c’entra niente con gli evidenti problemi dell’informazione e bla bla bla, non stiamo parlando di giornalismo. 

E’ che avendo frequentato un’università piena di “contro”, ho constatato quanti parlino per sentito dire e per pura voglia di appartenenza ad una categoria (quella che è stata genialmente definita “aristocrazia proletaria”, di cui potrei parlare a lungo). La superficialità fa ancora più rabbia se viene da chi è convinto di combatterla. Ci sarebbero molte cose da discutere, tipo l’annosa questione del “chi controlla i controllori” oppure il ruolo nella società della figura del RCS (che sta per Rivoluzionario col Culo sulla Sedia),  ma per ora mi limito a constatare quanto possano essere mainstream gli anti-mainstream. 


Allora noi vogliamo dedicare questa canzone contro il capitalismo, è ora dire basta col lavoro che sfrutta tutti. Devono capire che hanno rotto le palle i padroni, perché le masse operaie… o ma non vi sento fatevi sentire, siete tantissimi!



 

No comments:

Post a Comment