L’episodio della sparatoria a Palazzo Chigi ha risvegliato
in me un’intolleranza maturata nel tempo, accresciuta con la frequentazione di
Facebook. Quella per i “contro” a tutti i costi.
Si dà il caso che tra i miei amici di facebook sia pieno di
“contro”. I “contro” li riconosci dalla corsa alla dietrologia per ogni notizia
di attualità. Sono i Grillo e i Travaglio che vivono in mezzo a noi.
Erano quelli che
appena sentito “Habemus papam” già stavano cercando una foto della prima comunione
in cui il giovane Bergoglio si scaccolava. Sono quelli che hanno pronto un
fascicolo di accuse di collusione con Berlusconi anche per Topolino, nel caso in
cui dovesse avere una nomina, che poi da lì alla raccomandazione di Basettoni a
capo della polizia è un attimo.
Sono sempre loro
quelli che cercavano forsennatamente notizie di sparatorie dimenticate dal
1824 ad oggi pur di offuscare la notizia così mainstream che circolava domenica. Chè poi
sti mass media faziosi e asserviti al potere danno tutto questo spazio a
qualche colpo di pistola davanti al Palazzo del Governo, mentre si formava il
suddetto Governo, apprezzato dal paese come Pacciani a Firenze.
I contro sono anche quelli che sentono il bisogno di
chiedere continuamente : “ma chi cazzo è cantante X di talent?”. Questo per
rimarcare l’assoluta estraneità al mondo di massa, senza mancare di inserirci un disprezzo sulla
fiducia, esternato nella parolaccia.
Sempre da loro
provengono le fantomatiche foto dove puoi quasi intravedere il marchio di
Photoshop “KONDIVIDETE!!!! IN PAPUASIA C’è L’INVASIONE DELLE CAVALLETTE E I MEDIA ITALIANI NON DIKONO NIENTE!!!”
Sono quelli che non possono piegarsi a ricordare le
ricorrenze come la –bleah-maggioranza, ma non gli salta neanche in mente di non
dire la loro. Per rendere l’idea della loro caratura intellettuale, procedono
ad una serie di link “contro” predefiniti. Tra i più noti, cito per il punto di
vista di sinistra:
- -
11 settembre: il ricordo del golpe cileno
dell’11/09/1973, perché “questo è il mio 11 settembre”
- -
27
gennaio: Il ricordo dei rom morti durante l’Olocausto, “perché questa è
la memoria”
Da destra:
-25 aprile, fioriscono le tesi revisioniste sulla Resistenza. "ecco chi erano i partigiani".
- 27 gennaio: si, va bene l’olocausto, ma ricordiamo le
vittime delle foibe.
Ora, spesso si tratta di cose serissime, ma io non riesco a
non vederci un narcisismo e un compiacimento di fondo. Che sono i motivi
principali che spingono la macchina dei social network, ovviamente, sia che si
pubblichi la foto con vista aerea sulle tette che le notizie di
lottaantagonista.com. (“guarda quanto
sono bona” “guarda quanto sono informato e alternativo”). Con la differenza che
le tette non hanno alcuna velleità di comunicazione della verità assoluta e
difficilmente si contraddicono da sole.
Per esempio, se giustamente denunci le migliaia di morti in
Siria, ma lo fai solo quando ci sono dei morti a Boston, la classificazione dei
morti di serie A e di serie B la stai facendo anche tu. Oppure, se parli di
anti-democrazia citando orribili episodi di violenza da parte delle forze
del’ordine in occasione di morti-feriti tra le stesse forze dell’ordine,
sottintendi un “occhio per occhio”, che, ti svelo, tanto democratico non è.
(per non parlare del fatto che ti viene subito in mente la canzone della
Tatangelo).
E ovviamente questo non c’entra niente con gli evidenti problemi
dell’informazione e bla bla bla, non stiamo parlando di giornalismo.
E’ che avendo frequentato un’università piena di “contro”,
ho constatato quanti parlino per sentito dire e per pura voglia di appartenenza
ad una categoria (quella che è stata genialmente definita “aristocrazia
proletaria”, di cui potrei parlare a lungo). La superficialità fa ancora più
rabbia se viene da chi è convinto di combatterla. Ci sarebbero molte cose da
discutere, tipo l’annosa questione del “chi controlla i controllori” oppure il
ruolo nella società della figura del RCS (che sta per Rivoluzionario col Culo
sulla Sedia), ma per ora mi limito a
constatare quanto possano essere mainstream gli anti-mainstream.
Allora noi vogliamo dedicare questa canzone contro il capitalismo, è
ora dire basta col lavoro che sfrutta tutti. Devono capire che hanno
rotto le palle i padroni, perché le masse operaie… o ma non vi sento
fatevi sentire, siete tantissimi!
No comments:
Post a Comment